Slitta lo switch off del digitale terrestre. Secondo un documento presentato il 27 luglio dal Mise alle associazioni del mondo della Tv e dei rivenditori, la dismissione della codifica Mpeg2 a favore dell’Mpeg4 su standard Dvbt, dovrebbe essere avviata a partire dal 15 novembre 2021, invece che dal 1° settembre, mentre la dismissione generalizzata della codifica Mpeg-2 sarà poi definita con un successivo provvedimento, da emanare entro la fine del 2021.
L’attivazione del Dvbt-2 a livello nazionale sarà invece disposta a partire dal 1 gennaio 2023, invece che giugno 2022, “ritenendo necessario un periodo più ampio per l’implementazione a regime del nuovo standard”, spiega il ministero.
Dopo aver presentato il documento agli addetti ai lavori il ministro l’ha ufficializzato con la firma il 7 agosto. Il decreto del ministro dello Sviluppo economico, pubblicato in gazzetta ufficiale, prevede che dal 23 agosto i cittadini potranno richiedere il bonus rottamazione tv per l’acquisto di televisori compatibili con i nuovi standard tecnologici di trasmissione del digitale terreste Dvbt-2/Hevc Main 10, che contiene anche il modulo per richiedere l’incentivo da consegnare al rivenditore o in una isola ecologica autorizzata. Il Bonus, spiega il Mise in una nota, consiste in uno sconto del 20% sul prezzo d’acquisto del nuovo televisore, fino a un massimo di 100 euro, che si ottiene rottamando apparecchi TV che non saranno più idonei ai nuovi standard tecnologici. A differenza del precedente incentivo, che rimane in vigore ed è pertanto cumulabile, il bonus rottamazione tv si rivolge a tutti i cittadini senza limiti di Isee.
“Dopo una prima giornata di tensione e difficoltà per via di problemi tecnici nel sistema informatico – spiega in una nota Aires, l’associazione dei rivenditori specializzati di elettronica – decolla la campagna per la sostituzione degli apparecchi televisivi e il loro recupero ecologico”, in un contesto in cui gli aderenti all’associazione “fanno la propria parte, garantendo il ritiro gratuito ‘uno contro uno’ di tutti gli apparecchi. Il sistema è perfettamente operativo e si volta pagina: siamo come sempre prontissimi a collaborare per mettere a punto alcuni piccoli dettagli tecnici e per ampliare la campagna di comunicazione”.
Per garantire un graduale e ordinato percorso verso le nuove tecnologie di trasmissione televisiva, spiega ancora il ministero, il Ministro ha inoltre firmato un decreto che rimodula il calendario del riassetto delle frequenze televisive nelle aree regionali. Il provvedimento prevede che a partire dal 15 ottobre 2021 alcuni programmi nazionali verranno trasmessi esclusivamente con la codifica Dvbt/Mpeg4.
A lanciare l’allarme sul fatto che i fondi stanziati possano non essere sufficienti per tutte le famiglie che dovranno sostituire i vecchi apparecchi televisivi è Facile.it: la web company specializzata nella comparazione dei prezzi prevede che – nonostante lo switch-off sia stato posticipato a settembre 2023 – le risorse potrebbero non bastare per consentire a tutti il passaggio al digitale terrestre di nuova generazione
Il nuovo calendario per il riassetto delle frequenze nelle aree regionali prevede che il passaggio avvenga dal 15 novembre 2021 al 18 dicembre 2021 nell’area 1A – Sardegna; dal 3 gennaio 2022 al 15 marzo 2022 nell’area 2 – Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia tranne la provincia di Mantova, provincia di Piacenza, provincia di Trento, provincia di Bolzano; nell’area 3 – Veneto, provincia di Mantova, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna tranne la provincia di Piacenza; dal 1 marzo 2022 al 15 maggio 2022 nell’area 4 – Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata; Abruzzo, Molise, Marche; Dal 1 maggio 2022 al 30 giugno 2022 nell’area 1B – Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania.
Unica conferma: la cessione della banda 700 MHz alla telefonia, fissata per l’1 luglio 2022.
Dvb-T2 è un’evoluzione tecnologica per trasmettere contenuti in TV tramite digitale terrestre. La data dello switch-off è già stata fissata dal ministero dello Sviluppo economico: a partire dal primo gennaio 2023, la ricezione dei programmi TV sarà possibile soltanto se si utilizzeranno apparecchi televisivi o decoder di nuova generazione, che siano cioè compatibili con i nuovi standard trasmissivi e di codifica che rispondono alla sigla Dvbt-2/Hevc. Secondo quanto stabilito dal Mise, inoltre, già dal 15 ottobre 2021 sarà necessario sostituire gli apparecchi e i decoder che non sono abilitati per la visione di programmi in alta definizione.
Cos’è il DVB T2 e quando entrerà in vigore
Il Dvbt-2 è l’ultima generazione dello standard per trasmettere contenuti attraverso il sistema del digitale terrestre, il Dvbt. Rappresenta l’evoluzione tecnologica del sistema originario, il Dvb, acronimo che sta per Digital Video Broadcasting, che aggiorna i requisiti per le trasmissioni più “performanti”, fino ad attivare all’alta definizione in 8K.
Tra i vantaggi del nuovo standard ci sono, oltre alla predisposizione per l’ultra high definition, la possibilità di trasmettere un segnale più “pulito” e di consentire una distanza maggiore tra l’antenna che riceve il segnale e il ricevitore che lo trasmette sullo schermo. Il Dvbt-2 inoltre supporta i sistemi MiMo, multiple input-multiple output, che consentono all’apparecchio – proprio come succede per gli smartphone – di gestire più flussi di dati in entrata e in uscita.
Ma il Dvbt-2 non rappresenta soltanto un upgrade tecnologico, dal momento che è uno dei passaggi decisivi per l’implementazione su larga scala del 5G. Dal primo gennaio 2020 infatti sono iniziati i lavori per liberare le frequenze della banda 700 MHz, come previsto dal decreto ministeriale dell’8 agosto 2018, che finora era occupata da alcuni canali televisivi e che servirà per il 5G. Questo comporterà una migrazione delle Tv su altre porzioni di spettro.
Le date per lo switch-off sono già state fissate: dal 31 dicembre 2021 il passaggio riguarderà Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto e le province di Trento e Bolzano. Entro il 31 marzo 2022 si adegueranno poi Campania, Lazio, Liguria, Sardegna, Toscana e Umbria, mentre il 20 giugno 2022 tocherà ad Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche, Molise, Puglia e Sicilia.
Dovremo cambiare antenna con il nuovo decoder Dvb t2?
- Non sarà necessario cambiare antenna, ma adeguare le vecchie Tv con un decoder o comprare nuovi apparecchi televisivi. I cittadini, spiega il Mise, possono controllare sin da subito se i loro televisori consentono o meno di vedere i canali HD andando a verificare la visione sui canali attualmente in onda, ad esempio quelli a partire dal 501. I decoder attualmente in commercio sono già conformi agli standard trasmissivi della nuova televisione, e quindi potranno ricevere tutte le trasmissioni in onda dal settembre 2021 e anche tutte quelle in onda a partire dal giugno 2022.
- Tra i requisiti non basterà in ogni caso che il ricevitore della Tv o del decoder sia compatibile con il Dvbt-2: dovrà anche esserlo con il cosiddetto Hevc Main 10, l’High efficiency video coding: si tratta di un sistema di codifica che comprime il segnale con la tecnologia “H.265”, lo standard di compressione video che prenderà il posto degli attuali.
Quali televisori saranno compatibili con il Dvb t2
Tutti gli apparecchi televisivi che sono stati messi in vendita dal 2017 in poi sono per legge compatibili con lo standard Dvbt-2 Hevc, mentre quelli sicuramente compatibili con l’Hevc main 10, quindi a 10 bit e non a 8, sono quelli messi in vendita dal dicembre 2018.
Per chi volesse verificare da subito che la propria Tv è compatibile con il nuovo standard o se sarà necessario cambiarla o compare un decoder, sarà sufficiente sintonizzarsi sui canali 100 e 200, rispettivamente di Rai e Mediaset: chi riuscirà a vedere le trasmissioni (una schermata blu con la scritta “Test Hevc main 10”) non avrà – a parte poche eccezioni – bisogno di intervenire. Altro metodo è quello di controllare codice e modello della propria Tv e verificare che compaia nell’elenco messo a disposizione degli utenti sui rispettivi siti delle case produttrici.
Per alcuni modelli di Tv già predisposti per il Dvbt-2 ma che non siano abilitati alla ricezione Hevc main 10 il problema potrebbe essere risolto aggiornando il software della Tv: il produttore potrebbe infatti rendere disponibile la decodifica del sistema di compressione da remoto con una nuova versione del software.
Quanto costa il nuovo decoder dvb t-2
I decoder sono già in vendita, e per farsi un’idea può bastare fare un giro tra i negozi di e-commerce che propongono l’articolo. Il costo in generale varia dai modelli entry-level che si aggirano attorno ai 15 euro fino a quelli più cari che arrivano superare la soglia dei 100 euro nel caso di quelli più tecnologicamente avanzati, che sono in grado di integrare diversi ingressi, compreso il satellite, e contano su processori più performanti.
Il “Bonus Tv” del Governo per televisori con DVB T2
Per chi avrà bisogno di sostituire il proprio televisore o di acquistare un decoder per adeguare il proprio apparecchio al Dvbt-2 Hevc Main 10 il ministero per lo Sviluppo Economico ha varato il “bonus Tv” (Qui tutti i dettagli), per un contributo massimo di 50 euro riservato alle fdamiglie con reddito Isee inferiore ai 20mila euro annui. Si tratta in tutto di 151 milioni di euro dal 2019 al 2022. Ogni famiglia potrà usufruire dell’agevolazione una sola volta, e in caso di spesa inferiore ai 50 euro coprirà l’intero prezzo del dispositivo.
I prodotti che potranno essere acquistati usufruendo del bonus sono compresi in un elenco pubblicato dal Mise sul proprio sito Internet. Il bonus andrà richiesto al momento dell’acquisto del dispositivo con una domanda ad hoc a cui andranno allegate una copia del documento d’identità e del codice fiscale del richiedente, insieme a un’autocertificazione in cui si dichiara che nessun familiare l’abbia già richiesto e si attesta di essere in regola con i requisiti Isee fissati per l’agevolazione. Al 16 gennaio 2020, chiarisce il Mise, sono stati erogati 15.963 voucher di cui 14.061 per Tv e 1.902 per decoder.
Un emendamento del Movimento5Stelle alla legge di bilancio 2021, che è stato approvato, prevede inoltre che il contributo a partire dal 2021 sia esteso con un ulteriore stanziamento di 100 milioni di euro.
Il secondo Bonus Tv varato dal Mise
Sostenere i cittadini nell’acquisto di televisori compatibili con i nuovi standard tecnologici di trasmissione del digitale terrestre Dvbt-2/Hevc Main 10, nuova tecnologia consentirà di migliorare la qualità del segnale e di dare spazio alle trasmissioni in alta definizione, oltre che di liberare entro giugno 2022 la banda 700 a beneficio del 5G. A firmare il decreto attuativo che rende operativo il bonus rottamazione Tv è stato il 7 luglio il ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. Il decreto, controfirmato dal ministro dell’economia e delle finanze, è stato inviato alla Corte dei Conti per la registrazione.
L’agevolazione, spiega il Mise in una nota, consiste in uno sconto del 20% sul prezzo d’acquisto, fino a un massimo di 100 euro, che si può ottenere rottamando un televisore acquistato prima del 22 dicembre 2018. “Il bonus rottamazione Tv ha, infatti, l’obiettivo di favorire la sostituzione di apparecchi televisivi che non saranno più idonei ai nuovi standard tecnologici – sottolinea il ministero – al fine di garantire la tutela ambientale e la promozione dell’economia circolare attraverso un loro corretto smaltimento”.
A differenza del precedente incentivo, che resta comunque in vigore ed è pertanto cumulabile per coloro che sono in possesso di tutti i requisiti, precisa il Mise – il bonus rottamazione Tv si rivolge a tutti i cittadini in quanto non prevede limiti di Isee. In particolare, verrà riconosciuto un bonus per l’acquisto di un televisore per ogni nucleo familiare fino al 31 dicembre 2022. Le risorse destinate alla misura sono complessivamente 250 milioni di euro.
Il provvedimento individua tre requisiti per beneficiare dell’incentivo: residenza in Italia, rottamazione di un televisore e il pagamento del canone di abbonamento al servizio di radiodiffusione. A tal riguardo è previsto che potranno accedere all’agevolazione anche i cittadini, di età pari o superiore a settantacinque anni, che sono esonerati dal pagamento del canone.
La rottamazione potrà essere effettuata in sede di acquisto del nuovo televisore, consegnando al rivenditore quello vecchio, che si occuperà poi dello smaltimento dell’apparecchio e di ottenere un credito fiscale pari allo sconto riconosciuto al cliente al momento dell’acquisto del nuovo apparecchio. Un’altra modalità per rottamare la vecchia tv è consegnarla direttamente in una isola ecologica autorizzata. In questo caso un modulo certificherà l’avvenuta consegna dell’apparecchio, con la relativa documentazione per richiedere lo sconto sul prezzo di acquisto.
In vista del passaggio agli standard di trasmissione del digitale terrestre di nuova generazione Dvbt-2/Hevc Main 10 i cittadini possono verificare la compatibilità dei televisori in proprio possesso e gli elenchi delle apparecchiature idonee seguendo le informazioni e le procedure indicate sul sito nuovatvdigitale.mise.gov.it.
Non cambierà solo il digitale terrestre: cosa succede alla Tv satellitare
Il cambiamento dello standard di trasmissione riguarderà anche le trasmissioni della Tv satellitare con il Dvb-S2. Così gli utenti dovranno controllare che i propri decoder supportino il nuovo sistema: il problema riguarderà essenzialmente chi già oggi non è in grado di ricevere le trasmissioni in alta definizione, che rappresentano in ogni caso una piccola parte per parco attualmente installato.
La procedura di verifica in ogni caso è semplice: per gli utenti basterà verificare la ricezione di Canale 5 HD o Cine34: chi non riuscisse a vedere questi due canali dovrà cambiare il decoder oppure utilizzare una Cam da inserire nel televisore. Grazie al DVB-S2 – spiega Tivùsat – è possibile vedere i canali nazionali con una qualità maggiore: entro la fine dell’anno Mediaset e molte altre emittenti trasmetteranno via satellite su tivùsat tutti i canali digitali solo in alta qualità.
Questo significa che per continuare a vedere Iris, La5, Mediaset Extra, Mediaset Italia 2, Tgcom24, 20 Mediaset, TopCrime, Focus, Cine34, Boing, Cartoonito, Cielo, TV8, La7d, Nove, Dmax, Real Time, K2, Frisbee e tutti i canali Tgr Rai sarà necessario un decoder satellitare HD o 4K. Tra fine novembre e il 1° dicembre Nove, Dmax, Real Time, Cielo e Tv8 trasmetteranno solo in HD.
K2 e Frisbee saranno visibili solo con un decoder HD o 4K. Dal 18 dicembre Rai ha annunciato che i 22 canali del TG Regionale saranno tutti visibili su tivùsat ma solo con un decoder satellitare HD o 4K. Dal 31 dicembre Mediaset trasmetterà via satellite tutti i suoi canali digitali solamente in alta qualità e così anche altri canali tra cui La7d.
La campagna Tivùsat sul passaggio al nuovo standard
Parte da Milano, nel primo week end di giugno 2021, la campagna informativa di Tivùsat, la piattaforma satellitare gratuita diffusa tramite la flotta satellitare Hot Bird di Eutelsat Communications. Dall’11 al 13 giugno, sarà la volta di Genova, in Piazza De Ferrari. Si concluderà in Piazza Garibaldi, a Napoli dal 18 al 20 giugno.
Sulle strade centrali delle città verranno installati 30 graffiti contenenti un codice QR che i cittadini potranno inquadrare e, rispondendo ad un quiz online di tre domande, ricevere un codice sconto di 15 euro per l’acquisto del decoder, apparato con il quale continuare a vedere i canali sul satellite.
Ad accogliere in piazza il pubblico, la mascotte “Ugo”, il camaleonte simbolo di Tivùsat insieme a tre hostess che indosseranno le maglie di calcio della nazionale dell’Italia in riferimento agli Europei 2021, visibili dall’11 giugno proprio su Rai 4K su satellite gratuito.
I cittadini, interagendo con il personale incaricato in modalità tecnologica, avranno la possibilità di ricevere tutte le informazioni attinenti le modalità da seguire per la visione dei canali tv via satellite.
La società si prepara dunque al prossimo salto tecnologico sul fronte Tv. Previsto per il 2022 lo switch off al nuovo digitale terrestre di seconda generazione (T2). Ma i primi spegnimenti avverranno già a settembre di quest’anno.
La campagna di comunicazione del Mise e il call center
Per fare in modo che i cittadini abbiano a disposizione tutte le informazioni sul nuovo standard e su cosa comporterà il passaggio alla nuova Tv digitale il ministero dello Sviluppo economico ha avviato una campagna di comunicazione che si concludera’ a giugno 2022. Il Piano, promosso dal Mise in collaborazione con Invitalia, prevede un sito internet per l’approfondimento di tutti i temi connessi alla nuova tecnologia e un contact center dedicato, che riponde allo 06 87 800 262. Previsto anche sulle reti Rai un spot di comunicazione istituzionale, che gradualmente sarà esteso anche su radio, stampa, web e su altri mezzi nazionali e locali. Parla di “una campagna di comunicazione crossmediale con un’ampia e capillare diffusione” la sottosegretaria Mirella Liuzzi, che aggiunge: “L’obiettivo è di informare correttamente i cittadini sull’impatto che il passaggio a questa tecnologia avrà sulla fruizione televisiva e di guidarli, se necessario, verso un acquisto consapevole e tempestivo di nuovi apparecchi televisivi o decoder, in modo da garantire la continuità di visione dei programmi televisivi trasmessi sul digitale terrestre”.
Il tavolo TV 4.0
Per fare il punto sul passaggio al nuovo standard per le trasmissioni televisive in digitale terrestre, il Dvb-t2, illustrando le ultime iniziative deil ministero dello Sviluppo economico e lo stato dell’arte, si è riunito il 16 dicembre in videoconferenza il tavolo TV 4.0, presieduto da Mirella Liuzzi, sottosegretario allo Sviluppo economico, e alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni, degli operatori televisivi e delle associazioni di categoria.
Nel corso dell’incontro sono stati comunicati importanti aggiornamenti in merito alla road map per il passaggio al nuovo digitale terrestre. In particolare è stata annunciata la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di 48 bandi per gli operatori di rete in ambito locale e la pubblicazione sul sito del Mise del Decreto interministeriale per l’erogazione degli indennizzi a favore dell’emittenza locale. È stata inoltre comunicata la firma del Ministro Stefano Patuanelli al decreto di apertura di una nuova finestra temporale per la rottamazione volontaria delle frequenze televisive.
Durante la riunione sono inoltre stati illustrati gli aggiornamenti sulla campagna di comunicazione messa in campo dal Mise e, in particolare, forniti i primi dati riguardanti la pianificazione su tv, radio, stampa, web, nonché sugli altri media nazionali e locali.
”Grazie ad una importante mobilitazione del Ministero e al proficuo confronto con tutti gli operatori – afferma Liuzzi – stiamo procedendo con celerità su tutte le attività previste dalla transizione tecnologica mettendo in campo numerose iniziative, al fine di arrivare pronti alle scadenze previste dalla road map sul passaggio al nuovo standard di trasmissione televisivo”.ù
L’appello di Andec- Confcommercio: “Rispettare roadmap su digitale terrestre”
“Siamo oramai alla vigilia di un passaggio di grande rilevanza quale quello che porta alla transizione dallo standard Mpeg 2 al più evoluto Mpeg 4 e, in questa fase decisiva, abbiamo appreso con stupore e preoccupazione della richiesta avanzata da alcuni broadcaster televisivi di rinviare le scadenze operative. Ovviamente, facendo affidamento su quando deciso da tempo, tutta la filiera dell’elettronica di consumo si è esposta commercialmente e soprattutto finanziariamente per poter fornire al mercato i prodotti necessari alla transizione nei tempi previsti ed uno slittamento avrebbe gravissime e ingiustificate ripercussioni”. Lo afferma Maurizio Iorio, presidente di Andec Confcommercio, che in una lettera indirizzata al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e alla sottosegretaria Anna Ascani chiede al governo di rispettare la roadmap già definita dal Mise e scongiurare l’ipotesi di un rinvio dell’ultim’ora sui nuovi standard per il digitale terrestre. L’associazione, che rappresenta importatori, produttori, filiali di case estere dei prodotti di elettronica, ricorda in una nota che il complesso processo di transizione verso i nuovi standard di trasmissione digitale terrestre risponde all’obiettivo di liberare le frequenze destinate alle telecomunicazioni e al contempo migliorare il livello qualitativo delle trasmissioni, sottolineando che in base alla tempistica definita nel 2019 tutti gli attori della filiera interessata hanno programmato le loro attività. “Andec – conclude Iorio – chiede il rispetto di quanto previsto dal vigente decreto ministeriale e, in particolare, il primo importante passo, ovvero lo spegnimento del codec Mpeg2 previsto per il primo settembre 2021″.
Confindustria Radio TV: “Sbloccare bonus rottamazione”
“Non è più pensabile che al 1° luglio 2021, dopo oltre 6 mesi dalla norma di legge, non sia ancora stato pubblicato il decreto per incentivare la rottamazione dei vecchi apparecchi Tv e che non si sia ancora stato modificato l’attuale decreto di Road Map, superato nei fatti e non certamente per responsabilità delle imprese bensì per i ritardi dell’Amministrazione”. A denunciarlo in una nota è Confindustria Radio Tv, che interviene così sul dibattito che si è aperto negli ultimi giorni sul rilascio della banda 700.
“Tutta la filiera produttiva ha espresso le proprie preoccupazioni su un ritardo che mette in crisi gli spettatori che rischiano di non poter vedere più la televisione gratuita, le imprese televisive che non riusciranno più a fornire un servizio di interesse generale con un danno irreversibile per il comparto e i produttori e importatori di televisori e decoder che si sono già impegnati economicamente per far arrivare i prodotti ai punti vendita – prosegur Confindustria Radio Tv – Per garantire il rilascio della banda 700 nei termini di legge, questa transizione molto complessa richiede un percorso ordinato e flessibile con la massima collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti, a cominciare dalle istituzioni che hanno l’obbligo di creare le condizioni per una transizione governata”.
5G, i broadcaster indipendenti: “No ai rinvii sul Dvb-T2”
Gli operatori nazionali indipendenti, quelli più piccoli non-integrati che cioè si appoggiano a una società terza per trasmettere il proprio segnale, sono di avviso diverso rispetto a quello di Confindustria Radio-TV, e spingono per il mantenimento del quadro normativo attuale che prevede, a giugno 2022 l’obbligatorietà del passaggio al Dvb-T2 e che non sono favorevoli a rinvii dell’avvio della Roadmap, se non di piccola entità e motivati da questioni tecniche precise.
Per rendere chiara questa posizione 12 broadcaster indipendenti hanno a loro volta inviato una comunicazione al Mise facendo presenti le proprie ragioni, come risulta dal documento in possesso di CorCom. Dal loro punto di vista i player più piccoli, che comunque hanno un ruolo importante per il pluralismo televisivo, potrebbero venire pesantemente penalizzati se le norme cambiassero e introducessero flessibilità nell’adozione dell’Mpeg-4 e del Dvb-T2. Il nuovo standard infatti aumenta – fin quasi a raddoppiarla – la capacità di trasmissione a parità di banda disponibile, e questo compenserebbe per gli operatori più piccoli – questo il senso della comunicazione inviata al governo – la capacità persa con l’abbandono della banda 700. Per i player più grandi invece, che contano anche su reti di trasmissione proprietarie, sarebbe più semplice districarsi e organizzarsi anche senza lo switch-off, perché potrebbero decidere liberamente su come trasmettere i propri canali, dal momento che non sarebbero vincolati da contratti con operatori esterni.
Il dibattito interno al mondo dell’industria del mondo Tv va avanti ormai da tempo, e il ministero sarà presto chiamato a dare risposta a queste differenti posizioni che sono ormai cristallizzate, in attesa dello switch-off il cui avvio, ormai imminente, è previsto per il prossimo primo settembre 2021.Il sostenza i 12 firmatari chiedono date certe di avvio del processo di switch-off , mantenimento dell’obbligatorietà dei passaggi a Mpeg-4 e a Dvb-T2 (quest’ultimo contestuale allo spegnimento della banda 700), ed esclusione di ogni forma di ambiguità normativa, come, ad esempio riferimenti a cirteri di “flessibilità” e “non obbligatirietà” o “attivazione facoltativa”.
“E’ tutto stabilito da tre anni – spiega Marco Sciscione, amministratore delegato di GM 24, una delle 12 società firmatarie della lettera – Ora va rispettata la roadmap che è già nero su bianco, non di possono cambiare le carte in tavola da un giorno. Anche perché se prima dello switch-off c’erano 20 Mux e da quel momento in poi ce ne saranno 12, c’è assoluto bisogno della nuova tecnologia che abiliti più capacità di banda sui Mux disponibili. La stessa Europa parla di ‘migliore tecnologia disponibile, e non c’è dubbio che quesa sil il Dvb-T2”.
Fonte: corrierecomunicazioni.it